Anna Tatangelo Progetto B

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Cosa si nasconde dietro il titolo un po’ cinematografico un po’ serial tv del nuovo album (il 5°, terzo per la GGD) di Anna Tatangelo?
Prima di tutto tanta ottima musica e 13 canzoni (12 inediti più una bella versione di “Mamma”, il capolavoro di Bixio e Cherubini del 1940 che è lecito, oltre che tenero, immaginare come una sorta di autodedica) che consegnano alla scena musicale italiana una interprete di assoluta grandezza e, nel suo complesso (talento, personalità, presenza, carattere), una artista di levatura ormai decisamente internazionale.
Ma c’è naturalmente dell’altro in questo titolo, ed è il significato di una nuova fase che si sta aprendo nella vita di Anna, successiva a quella che l’ha “completata” come donna attraverso la famiglia e la maternità. Pilastri necessari e formidabilmente solidi per affrontare, alla luce di nuove consapevolezze, la propria personale navigazione nel mare delle scelte musicali che le si sono prospettate.
Scelte che appaiono quanto mai appropriate a soddisfare nel migliore dei modi la volontà della protagonista di coniugare divertimento, sperimentazione, nuove emozioni, diverse prospettive, spazi completamente nuovi. In poche parole questo è il lavoro più vario e dinamico della sua produzione già molto corposa, un lungo passo verso una maturità che a questo punto lascia aperta ogni ipotesi di sviluppo.
Il sipario si apre con “Bastardo”, il brano del 61° Festival di Sanremo, ed è una ballata rock. Elettrica, carica di tensione, grintosa, con i nervi a fior di pelle come è giusto abbia una donna che è arrivata alla resa dei conti in un rapporto o quantomeno vorrebbe esserci (senza riuscirci).
Le firme sono di Gigi D’Alessio (produttore artistico insieme ad Adriano Pennino), di Valentina D’Agostino e della stessa Anna. Da “Bastardo” non arrivano indicazioni utili sulla cifra del lavoro, un attimo dopo infatti le carte cambiano completamente: “Amo la vita” è una di quelle canzoni scritte con il manuale del “Come scrivere una canzone perfetta”, ovvero grandi respiri, grande melodia, giuste progressioni, interpretazione educata e asciutta. In una ipotetica (e speriamo) futura versione in inglese potrebbe diventare un classico dei repertori internazionali. Una prova d’artista importante, in cui si è sviluppata un’alchimia che ha portato Anna a superare confini mai varcati finora nell’interpretazione di una canzone.
Altro giro altro regalo, e stavolta a farcelo è nientemeno che Mario Biondi, co-autore (testo e musica) ed anche inconfondibile voce nel duetto “L’aria che respiro”. Profumi di jazz si spandono nell’aria, Anna li prende e li indossa con eleganza anche in “Se”, ancora di Biondi, una di quelle canzoni senza tempo in odore di “standard” che sembrano arrivare dal repertorio degli show del sabato sera di tanti anni fa, quando le sigle di apertura o di chiusura erano “Due note”, “Sono come tu mi vuoi”, “Vorrei che fosse amore”, e la coppia era formata da una tale Mina e da un tale Maestro Bruno Canfora. Anna e il jazz: “Credevo che fosse un mondo molto distante dal mio”, osserva Anna, “e invece così non è stato. Mario è stato bravissimo a rendermelo confortevole e una bella avventura”.
Dunque una prima volta, una manovra di avvicinamento se vogliamo e, visti i risultati, speriamo che sia solo l’inizio. Nel parterre degli autori eccellenti troviamo poi nientemeno che Renato Zero, autore del testo di “Anna” (musica di D’Alessio): una canzone inconfondibilmente “zeriana” dagli accenti molto personali, sorta di affettuosa lettera aperta piena di consigli di vita da parte di un fratello maggiore all’artista stimata ma soprattutto alla giovane donna. E per dirla con le parole con cui la Tatangelo lo ringrazia nel disco “Renato Zero, uomo dalle mille maschere che è riuscito a smascherarmi”.
Il tempo di un paio di soste nella migliore tradizione della classica canzone d’amore, “L’arcobaleno” e “Ha mille ali l’amore”, e poi il viaggio tra i mondi sonori continua ad esempio con il pop latino lussuoso e brillante di “Non mi pento”, con il battito elettronico di “Sensi”, un’altra novità assoluta nel repertorio dell’artista, anche qui dal respiro internazionale, ma questa volta in chiave dance, e con la grinta divertente di “Odioso”.
Infine due occasioni per una autentica prova di bravura, quella di interpretare due ruoli diametralmente opposti e renderli con la stessa intensità vivi, fisici, come su un palcoscenico: la donna durissima, lucida e determinata di “Non mettiamoci veleno” che non concede appello ad un uomo che sta lasciando, e quella che riesce ad infondere in un quasi monologo (scritto dal bravo Alessandro Mancuso), “Lo scrigno di cristallo”, tutta l’intimità e la gioia profonda di una donna in attesa. La canzone è naturalmente autobiografica con la “guest star” più star di tutte a chiudere il pezzo: il piccolo Andrea la cui voce è stata registrata a soli quattro mesi e mezzo quando ha pronunciato per la prima volta la parola “mamma”. Un’emozione così orgogliosamente intima che Anna ha voluto condividere con il suo pubblico.
“Progetto B” non è solo il nuovo progetto di vita e musica di Anna Tatangelo: è il frutto di un grande impegno collettivo, con la produzione artistica di Gigi D’Alessio e Adriano Pennino, che ha coinvolto una task force di autori (se ne contano ben 16) e di varie figure professionali che oggi possono dirsi molto soddisfatti del risultato. “Spero che queste note, armonia, parole, pensieri, ritmi”, scrive Anna, “possano accompagnarci nel nostro viaggio. Io ci sarò, giuro!” Non ne dubitiamo.

gestito da Angela Platania
Anna Tatangelo Progetto Bultima modifica: 2011-02-22T04:46:00+01:00da angyplatania
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